Diritti e doveri nel Metaverso: quali “regole” ci aspettano?

23 febbraio 2022Ultimo aggiornamento 11 aprile 2024
Tempo di lettura stimato: 9'
Torniamo a parlare di Metaverso, l’universo virtuale creato da Meta (ex-Facebook) che sembra appena uscito da un libro di Dan Brown. Non sai cos’è? Ne ho parlato nel mio ultimo articolo qui sul blog di PrivacyLab, tratto dall’intervista all’Avvocato Luca Bolognini nel corso dell’evento FUTURE OF DATA

Vai a dare un’occhiata all’articolo su cos’è il Metaverso e quali sono le sue implicazioni, poi torna qui per approfondire un altro aspetto importante: le regole che dovremo rispettare nell’universo ipotizzato da Zuckerberg.

Fatto?
Bene. Adesso che hai un’idea più precisa di cosa si tratta, ti dico la mia…

Secondo me il Metaverso dovrebbe essere riconosciuto dall’ONU (forse è un’esagerazione, però…)

Il contesto secondo me è molto da Science fiction, da romanzo. Io vedo il Metaverso come un meta-Stato, con le sue regole, con le sue regolamentazioni, che dovrebbe essere riconosciuto dall'ONU. 

Perché, mi chiedo, quali regole si applicano, per esempio, se io faccio una scampagnata virtuale con degli amici sul Metaverso? Fisicamente, sono in Italia, poi ho il mio amico canadese, quell'altro cinese e tutti insieme ci beviamo una birra - che con l'IoT verrà sintonizzata uguale per tutti - in un bar sulle cascate del Niagara virtuali. 

Lì i rapporti e le implicazioni legali che potrebbero esserci - dati da dei comportamenti differenti, dove la rilevanza legale è differente fra Stato e Stato fisico – come potrebbero essere gestiti?

L’ho chiesto all’Avvocato Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati. 

Quali regole dovremo rispettare nel Metaverso?

Andrea Chiozzi: Io vedo una grande confusione. Quali regole vanno rispettate: quelle del posto da dove trasmetto io, del luogo dove trasmetterò, le regole del Metaverso? Perché Facebook ha le sue regole. Avrà anche quelle per il Metaverso… 

Se io sono un naturista e mi piace andare in giro nudo, ma sul Metaverso magari non si può girare nudi, e vengo bannato, ma nel mio Stato lo posso fare, cosa succede? C'è una commistione complicatissima. Tu come la vedi questa cosa?

Avvocato Bolognini: Molto di quello che dici è condivisibile e ragionevole. Dalle parole dello stesso Zuckerberg - forse ha fatto tesoro delle esperienze negative di questi anni - si evince, a mio modo di vedere, una visione che non contempla, al momento, un Metaverso recintato

Mi spiego meglio. Zuckerberg si immagina probabilmente qualcosa di differente rispetto a ciò che è stato Facebook e di ciò che sono state le applicazioni del mondo Meta, che sono varie e che da sole non esauriscono l'universo di internet e delle applicazioni per il mobile. 

Insiste in quella visione sull'interoperabilità, insiste sul fatto che il Metaverso sarà costruito insieme a tutti quanti. Tutti contribuiranno. E non sembra che abbia in testa un "wallet garden" come è un social adesso, con le sue rigide regole da comunità chiusa. Sembra che abbia più in mente il fatto che ci siano più piattaforme che abilitano, in maniera totalmente interoperabile e neutrale, alla condivisione di questo ambiente "metaversale".

E probabilmente questo è un ragionamento che, non solo fa tesoro delle critiche sperimentate in questi anni sulla chiusura, sul fatto che questi sistemi social fossero comunità chiuse anche dal punto di vista giuridico, ma è una visione che mira a puntare in alto. A puntare effettivamente a qualcosa di universale, in cui vi sia una coabitazione metaversale con tanti operatori - alcuni enormi, come può essere Meta, altri microscopici, che costruiscono su piattaforme, sulle basi di altri operatori ancora -, condividendo in maniera interoperabile lo stesso ambiente

Quindi, un po' come è accaduto con internet - magari con un ritorno al sapore di internet vecchia maniera, pre-recinti social -, immagina che vi siano persone, soggetti e imprese che condividono questa dimensione.

Il Metaverso potrebbe trasformare le nostre vite come fece internet, ma all’ennesima potenza

Avvocato Bolognini: Allora, se questo è, va addirittura oltre quella che potrebbe essere la preoccupazione della singola condizione contrattuale, o termine d'uso o privacy policy del singolo soggetto. Anche qui, la complicazione, in senso negativo, ma anche in senso positivo, sarà esponenziale

Diventa un ambiente nuovo di moltiplicazione di Virtual Reality e realtà aumentata e poi successivamente anche di Next Generation IoT e Smart Services, che abiliteranno trasformazioni materiali da elaborazioni immateriali.

Stiamo parlando di qualcosa che verrà sviluppato solo da qui a 5-10 anni, però è qualcosa di veramente enorme e rivoluzionario, che potrebbe trasformare le nostre esistenze come fece internet, come è accaduto per internet, ma all'ennesima potenza.

La lezione di internet: old but gold

Avvocato Bolognini: Internet però ci ha insegnato delle cose. Nel bene e nel male, noi abbiamo preso delle direzioni, per esempio in materia di giurisdizioni applicabili, a vari livelli - anche delle autorità indipendenti, non solo delle magistrature -, oppure, di leggi applicabili, con riferimento a scenari relazionali che coinvolgevano internet.

Non siamo del tutto nuovi a doverci porre il problema delle giurisdizioni e delle leggi applicate

Potremo, anche nel Metaverso, mutuare alcune soluzioni, specialmente l'approccio consumeristico, privacystico, che va a baricentrare leggi, tutele e giurisdizioni con particolare insistenza sull'interessato, sull'individuo da tutelare. Ci saranno insomma delle dinamiche che potranno mutuare da quello che abbiamo già conosciuto, imparato e sedimentato in materia di internet. 

Però ci saranno anche tanti rapporti multidimensionali aggiuntivi rispetto a quello che conosciamo oggi nell'internet (come è e come è stato), tanti fronti da considerare. E i dilemmi applicativi saranno moltissimi.

Pensiamo soltanto ai rapporti B2B tra i vari soggetti che costruiranno il Metaverso, sulle piattaforme fornite da altri soggetti, giganti o meno, e a quelli che costruiranno sopra di essi

Guardare a questo, immaginare questo, leggendo le pure complicate questioni che riguardano i rapporti tra gli sviluppatori e le piattaforme (oggi è il caso delle App e dell'internet mobile), pensando al domani, fa rabbrividire. Perché già oggi c'è un tale grado di complicazione, che pensiamo al domani con una certa angoscia.

Però è inevitabile. 

Che si sarebbe andati in quella direzione, una volta scoperta la tecnologia, questo sì non deve rappresentare una sorpresa: Metaverso più Next Generation IoT, quella è la strada e adesso sta diventando realizzabile.

Ma ragioniamo tutti anche in senso positivo. 

Guardare il bicchiere mezzo pieno

Avvocato Bolognini: Metaverso potrà significare dimensione psicotica, in alcuni casi abusi, violazioni, pericoli. Non c'è dubbio: bisogna considerare tutto, più di tutto e sempre di più. Ogni giorno andranno individuati nuovi rischi, nuove minacce, dovremo identificare nuove misure di salvaguardia.

Ma guardiamo a questo sviluppo anche in senso positivo: abilitazione di miliardi - incommensurabili - di nuove iniziative, non solo d'impresa, ma anche nel settore pubblico e nei servizi pubblici; nuove iniziative benefiche nel terzo settore, che potrà giovarsi di queste nuove dimensioni; abilitazioni in termini di accessibilità

È il concetto di un mondo disegnato per chi non ha disabilità o difficoltà specifiche, mentre noi dobbiamo sempre di più pensare all'accessibilità e ad abilitare chi non ha avuto la fortuna di avere tutte le facoltà e tutti gli strumenti per fare anche cose semplicissime nella vita.

Cosa succede nel Metaverso se io di giorno faccio l’impiegato e la sera la Drag Queen?

Avvocato Bolognini: Nel Metaverso probabilmente riusciremo, con questa osmosi di realtà aumentata e a maggior ragione con la combinazione con la Next Generation IoT, ad andare oltre, ad aiutare persone che altrimenti avrebbero una vita infernale rispetto a chi ha avuto "le facoltà" normali, secondo quello che è l'uso comune della parola. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. 

Andrea Chiozzi: Più che del bicchiere, stiamo parlando di una tinozza! Io però mi soffermo su un input su cui si sta lavorando. Anche se la strada era già scritta - bisognava solo capire chi avrebbe dichiarato di intraprenderla per primo -, non è che ci dobbiamo nascondere, si sta lavorando al concetto di DNA digitale: le nostre informazioni potrebbero essere marcate digitalmente, come si fa con i bitcoin. 

E in maniera univoca io posso revocare - essendo io la banca delle mi informazioni digitali - qualsiasi cosa.

Penso a tutte le preoccupazioni che noi abbiamo legate all'”Oddio cosa succederà! Oddio chissà che cosa mai andrà ad accadere…” 

Ci saranno tante cose nuove, ci saranno tante sfide da affrontare, sia per chi lo produce, sia per gli utenti che lo usano, per il legislatore. Le sfide sono sicuramente infinite. 

Se si riuscisse a integrare il concetto di DNA digitale sul Metaverso - io sono la banca delle mie informazioni, so dove stanno e posso revocarle e renderle indisponibili, in qualsiasi momento - con la certezza legata ai bitcoin, che per adesso è una cosa abbastanza certa (ci stanno investendo un po' tutti), avremmo un discreto grado di controllo (a questo proposito, parlando di controllo, ti invito a leggere, o a rileggere, la mia metafora sul club degli scambisti che spiega le differenze fra titolare, responsabile e addetto). 

Quella potrebbe sicuramente essere una tecnologia abilitante per situazioni di questo tipo. Non ho più il terrore che le mie informazioni, come mi presento, cosa mi piace… mi condizionino. 

Faccio un esempio: al lavoro vado in giacca e cravatta, ma nel tempo libero mi piace tantissimo fare la Drag Queen, però lo faccio in un locale, perché i due contesti - il lavoro e il fatto di fare la Drag Queen - cozzano un po'. Voglio gestire questa cosa. 

Nel Metaverso potrei avere avatar digitali e modi differenti di presentarmi alle persone e quindi vorrei avere la tranquillità che non ci sia un abuso. Faccio vedere il mio lato Drag Queen alle persone che so che non hanno problemi, ma non alle persone che incontro sul lavoro.

Isolata questa preoccupazione, secondo me, molte cose potrebbero andare in discesa. Anche dal punto di vista del legislatore, se il controllore ultimo sui diritti è la persona stessa che decide quanto spingersi e quando finire. 

Avvocato Bolognini: Questo esempio è perfetto per ricordarci che, nel Metaverso, sicuramente un aspetto importantissimo sarà proprio da dedicare alla gestione delle identità

Le implicazioni del Metaverso sulle identità e sull’esercizio dei diritti

Avvocato Bolognini: Le identità saranno multidimensionali, avremo multi-personalità e potranno esserci identità più leggere per relazioni e rapporti più leggeri, che non necessiteranno di particolare forza, ma potranno anche essere previste identità forti

Tutto ciò che riguarderà gli aspetti transazionali tra soggetti, da un lato, e gli aspetti identitari dei soggetti e tra soggetti, andrà affrontato, indirizzato e andrà incontro verosimilmente a delle evoluzioni rispetto a quello che noi già conosciamo oggi e abbiamo visto accadere nel caso del digitale "semplice".

Anche nel Metaverso ci saranno legami deboli, transazioni deboli e ci saranno invece legami più forti, legami ufficiali, legami di rilievo pubblicistico, dal valore legale. Ci saranno i diversi livelli e probabilmente i diversi valori di determinate transazioni, di determinate identità, che potranno essere usate per talune transazioni e non per altre, per esempio.

Questo è sicuramente uno scenario molto interessante, che rende il Metaverso direttamente collegato con la realtà, a differenza di quello che successe in altri esperimenti, come Second Life, per esempio, che erano invece troppo scollegati dalla realtà e troppo parte della fiction.

Tutto questo ragionamento, però, ci porta anche a considerare l’entrata della dimensione giuridica nella dimensione virtuale e a considerare anche un altro punto di vista: i diritti e gli esercizi dei diritti.

Verso “i diritti aumentati” (augmented rights)

Avvocato Bolognini: La faccio breve. Metaverso uguale realtà virtuale, uguale realtà reale, aumentata? Allora guardiamo al Metaverso come dimensione di sviluppo di "diritti aumentati", augmented rights.

E allora lì, guardiamo di nuovo il bicchiere mezzo pieno. 

La augmented life, la realtà aumentata, la vita aumentata, significa anche avere diritti aumentati, sia come pretesa e come aspettativa, sia come loro esercitabilità. Mi viene da dire, altro che legal design, alla luce del Metaverso!

Andrea Chiozzi: Diritti aumentati. Bellissima definizione! La porto in giro. La trovo calzante con lo spirito corretto per affrontare questa sfida. Mi piace moltissimo, perché si ragiona sempre a togliere e mai a mettere, in negativo e mai in positivo… 

Tanto quella (del Metaverso) è la strada.
La strada non è togliere, ma aggiungere una visione, anche dal punto di vista dei diritti.  

Questo era solo un assaggio.

Vuoi vedere le altre interviste in botta e risposta con l’Avvocato Bolognini e gli altri massimi esperti di GDPR a livello nazionale?

Li trovi su Raise Academy, l'Accademia di Formazione Efficace di PrivacyLab, che coinvolge consulenti e professionisti del GDPR, grazie al connubio tra tecnologia, presenza, competenza, contatto, condivisione e diffusione. 

RIPRODUZIONE RISERVATA. Ne è consentito un uso parziale, previa citazione della fonte.

Biografia dell'autore

Andrea Chiozzi è nato a Reggio Emilia il 4 Agosto del 1969, reggiano “testaquadra” DOC come il lambrusco, ed è sposato con Luisa che lo sopporta da più di vent’anni.
Imprenditore e consulente, da più di 12 anni è l’Evangelist del GDPR.

Attività professionali:
Andrea Chiozzi è il fondatore di PRIVACYLAB, per la gestione avanzata delle attività legate alla compliance per il Regolamento Europeo 679/2016.
Esperto di GDPR e protezione dei dati personali (soprattutto nelle aree più problematiche quali il marketing digitale e i social network, il digital advertising, l’Internet of Things, i Big Data, il cloud computing),
Andrea presta consulenza per la media e la grande industria italiana e si occupa di organizzare e condurre i consulenti aziendali ad un approccio ottimizzato alla gestione della Compliance GDPR.
È ideatore del sistema Privacylab e della metodologia applicata ai consulenti certificati GDPR. 
Nel 2003 dà vita alla figura di “Privacy Evangelist” e comincia a girare l’Italia come relatore in vari convegni e corsi in tema di protezione dei dati personali arrivando a evangelizzare più di 10.000 persone.

È commissario d’esame per:

UNICERT per lo schema DSC_12/30 per Consulenti Certificati GDPR
TÜV dello schema CDP_ 201 Privacy Officer, Bureau Veritas
CEPAS Bureau Veritas DATA PROTECTION OFFICER per lo schema SCH73 norma Uni 11697:2017 (Accredia) 
ACS ITALIA DATA PROTECTION OFFICER per lo schema SCH01 norma Uni 11697:2017 (Accredia)
UNIVERSAL Gmbh DAKKS per lo schema ISO/IEC 17024:2012 "DATA PROTECTION OFFICER"

E' certificato con:
Unicert come "Consulente Certificato GDPR" n. 18203RE22
TÜV come “Privacy Officer e Consulente Privacy” n. CDP_196.
Cepas Bureau Veritas "Data protection Officer" n. DPO0206
UNICERT DAKKS " Data Protection Officer" n. DPO 0818 010012

Fa parte del Comitato Scientifico Privacy di Torino Wireless, GDPR Academy e di Agile DPO .

Le categorie

Gli argomenti dei nostri articoli

La guida di PrivacyLab

Per orientarti tra i nostri articoli

Resta informato su quello che succede.

Lasciaci la tua email e riceverai le nostre comunicazioni informative e commerciali

informativa sulla privacy